La Psicosintesi

La psicosintesi è una visione dell’uomo come essere bio-psico-spirituale, ed esplora l’essere umano nella sua interezza, considerandone non solo gli aspetti personali e transpersonali ma anche quelli fisici, legati al corpo e ai suoi impulsi.

È una visione ampia, integrale, in cui trovano posto livelli diversi, dai conflitti più profondi e nascosti, alle esperienze dei livelli superiori della coscienza.

La psicosintesi è anche un insieme organico e pragmatico di tecniche e metodi che trovano applicazione in svariati campi: auto-formativo e della crescita personale, educativo, terapeutico, interpersonale e sociale.

Acquerelli di Sabrina Galiazzo

La psicosintesi è una possibilità per evolvere, per crescere interiormente durante tutto l’arco della vita; l’invito è di conoscere se stessi, di accettare e riconoscere come proprie le istanze che si presentano e di collaborare attivamente alla loro sintesi.

(R. Assagioli – Psicosintesi. Per l’armonia della vita – Ed. Astrolabio)

Assagioli racchiude la sua visione dell’uomo e dell’inconscio nel diagramma dell’ovoide, che sintetizza tutte le dimensioni proprie dell’essere umano. Vi sono rappresentati l’inconscio inferiore, sede degli istinti, degli impulsi di base e dei complessi e contenuti rimossi tipici dell’approccio freudiano. 

Più prossimo all’area della coscienza, rappresentata da un cerchio centrale, troviamo l’inconscio medio, mentre in alto vi è l’inconscio superiore o transpersonale, concetto originale della psicosintesi, sede dei valori, delle risorse, delle intuizioni, e di tutte quelle attività e facoltà ancora da scoprire.

Al centro dell’ovoide è rappresentato l’io personale, centro di coscienza e volontà, punto focale della nostra soggettività, e all’apice dell’ovoide il Sé transpersonale, centro spirituale e trascendente, individuale e universale allo stesso tempo, vera sostanza del nostro essere, di cui l’io personale è un riflesso. 

Nel cammino verso il Sé, verso la nostra vera natura, sta proprio il percorso della psicosintesi che, dopo le fasi della conoscenza e del dominio degli elementi che compongono la personalità, prevede la scoperta di un centro unificatore a partire dal quale integrare la personalità in modo armonico, equilibrato e più vicino a ciò che siamo veramente. 

L’unità è dunque possibile. Ma rendiamoci conto che essa non è un punto di partenza, non è un dono gratuito; è una conquista, è l’alto premio di una lunga opera; opera faticosa, ma magnifica, varia, affascinante, feconda per noi e per gli altri, ancor prima di essere ultimata. Così intendo la PSICOSINTESI.

(R. Assagioli – Psicosintesi. Per l’armonia della vita – Ed. Astrolabio)

Se quanto detto finora spiega come è fatto l’essere umano, potremmo chiederci come funziona l’essere umano

Assagioli lo chiarisce attraverso il diagramma della stella, che mette al centro ancora una volta l’io, nel suo aspetto di volontà: l’io-volontà può imparare a dirigere e coordinare tutte le funzioni psichiche (sensazione, impulso-desiderio, emozione-sentimento, immaginazione, pensiero, intuizione) come farebbe un abile direttore d’orchestra con i suoi strumentisti, in modo da farle lavorare per uno scopo comune. 

Proprio la volontà, rappresentata da Assagioli al centro della stella delle funzioni, è un concetto cardine della psicosintesi, e viene dettagliata nei suoi vari aspetti, quello della forza ma anche quello della sapienza e della bontà, e portato fino ai livelli superiori col riconoscimento di una volontà transpersonale e una volontà universale

In questo insegnamento sulla volontà, che ha sempre un fine pratico e trasformativo, è contenuta una potente chiave: la capacità di guidare noi stessi attraverso la conoscenza delle leggi psicologiche che regolano i rapporti tra le nostre funzioni, la capacità di gestire le nostre energie per dirigerle verso scopi superiori che tendano al bene non solo del singolo ma anche del prossimo e della collettività.

La manifestazione soggettiva più diretta e immediata della psicosintesi è il senso insopprimibile di identità individuale che permane malgrado e attraverso tutte le vicende e gli sviluppi dall’infanzia alla vecchiaia.

(R. Assagioli – Comprendere la psicosintesi – Ed. Astrolabio)

Il processo di evoluzione è sempre scandito dal motto conosci, possiedi, trasforma te stesso. Si parte dalla conoscenza della propria personalità, con tutti gli elementi caotici e contraddittori che compongono il nostro animo molteplice. Il mondo interno è spesso una lotta tra impulsi, bisogni, forze, parti di noi in contrasto fra di loro. Di volta in volta uno di questi aspetti prende il sopravvento e determina il nostro comportamento. 

Alla fase della conoscenza segue quella del prendere possesso, dell’acquisire padronanza delle forze, tendenze ed energie che abbiamo scoperto e osservato in noi stessi. Questa padronanza è esercitata dall’io che, attraverso il processo di disidentificazione si riconosce diverso dai vari contenuti che ha potuto osservare. Si ribaltano i rapporti: mentre prima, nell’inconsapevolezza dell’identificazione, noi siamo dominati dai nostri contenuti (emozioni, impulsi, pensieri, ecc. ) ora l’io, centro di coscienza e volontà, proprio in quanto se ne è disidentificato, può osservarli e agire su di essi tramite la volontà. 

Un esercizio centrale della psicosintesi è proprio la pratica della disidentificazione: io non sono il mio corpo, le mie emozioni, i miei pensieri, i ruoli che recito nella vita, non sono tutto ciò con cui di volta in volta il mio io si identifica, ma sono un centro di pura autocoscienza e di volontà, in grado di osservare, dirigere ed armonizzare tutti i processi psicologici ed il corpo fisico. La disidentificazione non è indifferenza, negazione, o freddo distacco e non contiene giudizio: il processo di trasformazione può innescarsi solo grazie a una profonda e autentica accettazione di tutto ciò che si muove in noi e di tutto ciò che siamo. 

La terza fase è quella della trasformazione: la psicosintesi testimonia che è possibile trasformare noi stessi, crescere, evolvere, sviluppare potenzialità, realizzare il nostro modello ideale, trovare ed esprimere nel mondo la nostra specifica nota, in modo che ognuno possa, con le parole di Assagioli,

fare del materiale vivente della sua personalità, non importa se marmo, argilla o oro, un oggetto di bellezza, in cui possa manifestarsi adeguatamente il suo Sé transpersonale.